Nei secoli si è scritto e pensato molto riguardo la maestra di vita “Pazienza”, andando a designarne le accezioni più variegate e originali che nel tempo hanno visto filosofi, politici e scrittori tessere le lodi di questa capacità umana. Partiamo semplicemente dall’etimologia di questa parola: dal latino “patientia”, è la disposizione d’animo congenita alla propria personalità, o per effetto della volontà, ad accettare senza reagire di impulso eventi della vita che potrebbero causarci dolore, disagi, rabbia o ad affrontare le avversità esistenziali in generale.
Da ciò potremmo pensare erroneamente che aver pazienza sia un atto di passività o, addirittura, sottomissione. Ma è davvero “solo” questo la pazienza?
Spesso vista come un precetto meramente cristiano, si pensava ad essa ben prima della nascita di Gesù: infatti il nostro Marco Porcio Catone (234 a.C – 149 a.C) generale, politico e scrittore romano scriveva di essa che: “di tutte le virtù umane la pazienza è quella più grande”. Ancor prima gli alchimisti, riferendosi ai loro lunghi e complicati esperimenti, parlavano di essa come il “Quid” in più per arrivare alla conoscenza pura dell’essere umano e della natura: essi infatti erano soliti affermare che “nella tua pazienza, è la tua Anima”. Pensiamo poi alla figura di Penelope nell’Odissea: l’astuta regina di Itaca attende suo marito Ulisse per vent’anni, divenendo lei stessa colonna portante dell’unità della sua famiglia; è di fatto un emblema intramontabile di quanto la Pazienza non sia solo un’attitudine inattiva ma possa divenire un collante per il ritorno alle radici e alla Patria stessa, indispensabile a un Eroe partito in guerra e dato per morto. Lo scrittore e filosofo russo, Lev Tolstoj parlava di essa, insieme al tempo, come della più grande guerriera che potesse esistere al mondo.
Ma attualmente come è cambiato il nostro rapporto con questa potente insegnante? Nell’era digitale ci siamo abituati forse fin troppo ad avere tutto e subito. Sempre di più ordiniamo beni primari, vestiari, oggetti vari e di dubbia qualità, (vediamo il problema della cosiddetta “moda veloce o istantanea”), su siti in cui ci basta inserire pochi dati per poter avere tutto ciò che desideriamo in breve tempo.
Oppure pensiamo a come lo stesso concetto di relazione amorosa sia cambiato in questi anni… L’Amore inteso come discesa al mondo infero dell’altro, l’Amore come una danza eterna tra Eros e Thanatos, oggi subisce la mancanza di pazienza più che mai: smettiamo di coltivarlo per un nonnulla, una frase detta male, un’attenzione mancata o semplicemente per seguire istinti carnali. Ancora potremmo pensare a quanta poca pazienza mettiamo quando esprimiamo frasi di rassegnazione sul mondo in cui viviamo: se è vero che ci sono ombre incombenti e ardue da affrontare è anche vero che i nostri animi avranno la pazienza e la forza di andare sempre verso la ricerca del Sole.
Per questo noi Aurorali crediamo che l’arte della Pazienza sia un impulso attivo e rivoluzionario, una spinta in più verso la vetta della consapevolezza, un modo per divenire la versione migliore di noi stessi: la pazienza di fondare un’associazione di Uomini e Donne nuovi, la pazienza di creare una nuova casa editrice, la pazienza di coltivare un orto, la pazienza di affermarsi nel tempo come un laboratorio dello spirito che divenga perpetuo e si faccia esempio quotidiano e paziente. Se anche tu credi che la pazienza non sia solo una stramba chimera… unisciti all’AURORA!
Giulia