Venerdì 10 maggio, alla Sala Frau di Spoleto, il quarto appuntamento della rassegna sul cantautorato italiano in compagnia degli Air Line.
Sulla scia del Nobel per la letteratura consegnato a Bob Dylan l’Associazione Aurora propone una rassegna di reading incentrati sulla musica e sulle liriche di alcuni dei più grandi cantautori italiani, allo scopo di dimostrare come questi possano essere considerati, oltre che grandi personaggi del panorama musicale italiano, poeti nel vero senso della parola.
Questo quarto appuntamento è dedicato a Fabrizio De André.
Il cantautore nasce a Genova il 18 febbraio del 1940 e morirà, neanche sessantenne, nel gennaio del 1999. Viene considerato da buona parte della critica musicale il più grande cantautore italiano di tutti i tempi tanto da essere inserito, già a partire dagli anni Settanta, in numerose antologie scolastiche. A metà tra un poeta ed un musicista Faber (il nome d’arte gli è stato suggerito dal grande amico Paolo Villaggio) spiegava a proposito della sua musica:
«rifiutavo questa etichetta di poeta che volevano per forza appiccicarmi addosso: cercavo soltanto di gettare un ponte tra la poesia e la canzone, e mi servivo della musica come un pittore si serve della tela»
Fabrizio De André, 1979.
Buona parte della sua discografia – composta da quattordici album e da numerosissimi singoli – racconta di emarginati e ribelli. Spesso i protagonisti dei suoi testi sono i disgraziati, le prostitute, i reietti e mai vengono traditi i suoi ideali anarchici e pacifisti, che lo accompagneranno durante tutto il suo intenso ed eclettico percorso artistico.
In collaborazione con l’associazione Aurora saranno presenti all’evento gli Air Line, band musicale spoletina nata nel 2004. Da sempre definitosi come sette “suonatori Jones” i membri della band hanno fatto proprie le parole del cantautore genovese mettendole a manifesto della propria produzione musicale: “lui che offrì la faccia al vento, la gola al vino e mai un pensiero, non al denaro non all’amore né al cielo”.
Durante l’evento sarà possibile accompagnare l’ascolto con un calice di vino cileno proveniente dal commercio equo-solidale: il vino proviene da “Viña Chequen”, un’impresa costituita nel 2002 da dieci produttori vitivinicoli della provincia di Talca, Cile, con il fine di migliorare le condizioni lavorative di tutti i lavoratori coinvolti nella filiera vitivinicola e la promozione di varie attività sociali (tra cui sostegno scolastico per i figli dei lavoratori).
«Voi non potete fermare il vento, gli fate solo perdere tempo.»
Fabrizio De André, Canzone del Maggio.