La Cina verso l’antisemitismo di Stato?
La Cina verso l’antisemitismo di Stato?

La Cina verso l’antisemitismo di Stato?

Negli scorsi anni, durante il Covid, pensavamo fosse in atto nell’impero di mezzo uno scontro interno tra una frazione nazionalista/neo-confuciana ed una globalista e “occidentale”, che dal 2020 aveva sicuramente preso la supremazia. Ora, dopo l’inizio del conflitto ucraino, la frazione nazionalista – che si ispira esplicitamente al pensatore tedesco Carl Schmitt, teorico del Catéchon e della guerra di civiltà tra le potenze “nazionaliste” della terra e quelle globaliste talassocratiche – ha di certo preso sempre più spazio in Cina emarginando forse definitivamente i comunisti e gli “immortali rossi” di Shangai, vicini a Kissinger e ai Dems americani.

Dopo una serie di morti incrociate di agenti del Mossad in Cina e di diplomatici cinesi in Israele (si pensi al caso più eclatante, quello nella fattispecie riportato dalle cronache, Du Wei), la grande muraglia digitale di Xi ha sdoganato l’antisemitismo. Sempre più facile vedere video cinesi, chiaramente legati a reparti di intelligence digitale, assai apologetici verso Hitler, Mussolini e i movimenti antisemiti europei. Lo stesso Tik Tok, organo di propaganda cinese in occidente, è la patria digitale del Nuovo Nazionalismo populista austro-germanico, antioccidentale, equidistante dalle contese mediorientali ma soprattutto contrario alle ondate migratorie mussulmane in terra europea. La Cina, viceversa, a differenza dei nuovi nazionalisti germanici tende a proporsi come rappresentante politica e diplomatica dei popoli islamici “oppressi dal Neocolonialismo razzista occidentale e israeliano”. Al tempo stesso le forze di autodifesa di Taiwan (anticinesi) non hanno buone relazioni, storicamente, con Israele, essendo state assai più vicine al mondo arabo negli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso; il nuovo rappresentante israeliano a Taipei, l’ambasciatrice de facto non riconosciuta (dato che Israele non riconosce diplomaticamente Taipei mentre il Vaticano sì) Maya Yaron, avrebbe il compito di rafforzare strategicamente il legame tra Taipei e Tel Aviv.

Va comunque considerato che Trump, in campagna elettorale, ha ribadito che i proletari e i figli di proletari americani non andranno a morire né per Kiev né per Taipei. Diversa la postura della democratica Harris. Il quadro si inizia a delineare. Terra e Mare, capolavoro di Carl Schmitt pubblicato in Italia da Adelphi, è più attuale che mai; come del resto la teoria strategica del Nazionalista italiano Enrico Corradini sulla guerra necessaria delle nazioni povere e proletarie per una nuova civilizzazione.

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