HAMAS ringrazia Trump per la svolta in Medio Oriente
HAMAS ringrazia Trump per la svolta in Medio Oriente

HAMAS ringrazia Trump per la svolta in Medio Oriente

Avevamo scritto in più casi, in passato, non solo che l’Iran, la Russia, la Cina (i famosi Brics con il loro famoso mondo multipolare, insomma) non avrebbero in concreto fatto nulla per popoli o nazioni martiri come l’Armenia o la Serbia o la Palestina ma anche che Donald Trump, da nazionalista e neo-nixoniano, non avrebbe mai e poi mai mandato i figli del proletariato statunitense a morire per gli israeliani (a  differenza di quanto hanno fatto i vari Bush, Obama, Biden dal 2001 in poi) né avrebbe chiuso gli occhi di fronte al genocidio della Palestina, come viceversa hanno fatto cinesi, russi, europei e sinistre angloamericane. 

Un importante portavoce della resistenza palestinese, leader politico di Hamas (di cui è uno dei più vecchi membri) afferma ora, guarda caso, che la resistenza palestinese è pronta al dialogo con gli Stati Uniti e attribuisce al presidente americano Donald Trump il merito di aver “messo fine” al genocidio palestinese. Migliaia e migliaia di palestinesi nella Striscia di Gaza ringraziano in queste ore il presidente americano per questa svolta, che ha consacrato la Vittoria Palestinese su Israele.

“Siamo pronti a dialogare con l’America e a raggiungere intese su tutto”, ha detto al New York Times Mousa Abu Marzouk, residente in Qatar. I suoi commenti sono stati pubblicati ieri, dopo il rilascio di tre ostaggi israeliani nella prima fase di un accordo di cessate il fuoco.

Abu Marzouk, a nome di Hamas, definisce Trump un “presidente serio e veramente patriottico, un grande amico del popolo palestinese”.

“Se non fosse stato per il presidente Trump, per la sua insistenza nel porre fine alla guerra e per l’invio di un rappresentante decisivo, l’accordo non si sarebbe mai concretizzato”, afferma Abu Marzouk, riferendosi al nuovo inviato in Medio Oriente Steve Witkoff.

A dire il vero, il merito di aver posto fine alla guerra spetta a Trump“, afferma.

Abu Marzouk afferma che Witkoff è il benvenuto a Gaza.

“Può venire a vedere la gente e cercare di capire i loro sentimenti e desideri in modo che la posizione americana possa basarsi sugli interessi di tutte le parti, e non solo di una parte”, afferma.

L’auspicio è che la nuova amministrazione americana possa occuparsi anche del martirio o del genocidio di popoli cristiani come gli Armeni nell’Artsakh o i Serbi nel Kosovo Metohija.

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