Sull’invasione del Libano e sull’alleanza tra Israele e Iran
Sull’invasione del Libano e sull’alleanza tra Israele e Iran

Sull’invasione del Libano e sull’alleanza tra Israele e Iran

Era stato scritto, con largo anticipo sui fatti in pubblici articoli, e della guerra in Ucraina e della guerra israelo-palestinese; allo stesso modo, circa dieci mesi fa, in un articolo sulla dottrina Dahiya si avvertiva della futura invasione via terra del Libano. Non solo l’Iran, a fronte di ciò, ha sabotato la necessaria Resistenza nazionalista in Palestina, ma l’ha sabotata anche in Libano. Resistenza nazionalista libanese che non potrebbe che continuare gli esempi pratici del Gen. Aoun e della eroica Falange che han trovato positiva accoglienza presso la comunità sciita libanese che ha messo al primo posto la questione Nazionale e non quella settaria confessionale. 

Tutto lascia oggi pensare che, come avvenuto in Iraq e in Afghanistan nel primo decennio del Duemila e come avvenuto nel 1982 proprio in Libano per “liberare Beirut” dalla forza multinazionale, Iran, Israele e frazioni Neoconservatrici o Dems americane siano di nuovo alleate – oggi contro la Turchia nazionalista, contro il nazionalismo palestinese e libanese. La linea che l’Iran ha preso di seguito all’arresto di Ahmadinejad e alla persecuzione del nazionalismo pan-persiano, linea autentica del Presidente Ahmadinejad, arresto legittimato e sponsorizzato da Soleimani che ci mise fieramente la faccia, come si suol dire, per prevenire una Rivolta Nazionalista popolare, non poteva portare a nulla di buono; ha portato, di nuovo, al patto tacito tra i gesuiti andreottiani o morotei dell’Islam settario di Tehran e lsraele. Elementi dei servizi di Tehran sono impegnati attivamente in occidente nel sabotaggio della politica “nazionalista” (?) di Trump (che era non a caso vicino ad Ahmadinejad) e nel sostegno attivo ai Dems e ai Neoconservatori ebrei anti-Trump, ma i gesuiti di Tehran sono pronti, al tempo stesso, a essere reintegrati nei mercati occidentali da una futura eventuale presidenza Trump. Donald Trump promette già, da giorni, una nuova apertura diplomatica verso Tehran. Oggi, come poteva mancare il premier russo ebreo Mišustin a Tehran a invitare alla pace e alla moderazione?

Ricordiamo perciò il presidente Ahmadinejad, che avrebbe impedito tutto ciò che sta avvenendo tragicamente da un anno se fosse stato lasciato libero di operare, e il Presidente Cristiano nazionalista libanese Gemayel, ucciso dal Mossad due giorni prima della tragedia di Shabra e Shatila, che fu proprio conseguenza di false flag di quell’attentato.

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