L’Italia tra Russia, Mossad Israeliano, mondo Islamico
L’Italia tra Russia, Mossad Israeliano, mondo Islamico

L’Italia tra Russia, Mossad Israeliano, mondo Islamico

Di Alessandro P.

L’Italia è probabilmente l’unica Nazione al mondo dove da circa 14 anni vengono regolarmente uccisi agenti del Mossad israeliano. Questo suscita in tutti noi che ci battiamo ogni giorno per il dialogo nel Mediterraneo e per un Mediterraneo di equilibrio geopolitico interrogativi e gravissime preoccupazioni e sullo stato della nostra Patria, che sta sprofondando nell’ignoranza assurda (siamo passati dagli editoriali di un saggio e noltiano come S. Romano a quelli di un tale Cazzullo, che nemmeno lui capisce ciò che vorrebbe dire o esprimere), nella violenza generalizzata e più brutale, e sullo stesso destino del nostro Vicino Oriente affinché non si verifichi più tutto questo; dato che in due eclatanti casi nemmeno la stampa “sionista” e della Sinistra radicalrivoluzionaria di Davos, la stampa antifascista di regime dunque, ha potuto fare a meno di riportare queste gravissime debacle dei professionisti globali della sicurezza (Vedi:  https://it.wikipedia.org/wiki/Incidente_della_funivia_Stresa-Alpino-Mottarone; https://milano.corriere.it/notizie/lombardia/23_maggio_30/il-naufragio-nel-lago-maggiore-a-bordo-007-italiani-e-del-mossad-tutti-i-misteri-della-strage-del-battello-397041a6-33d1-4731-9175-e3f116760xlk.shtml).

Noi oggi sappiamo finalmente che né Enrico Mattei né tantomeno il leggendario Mino Pecorelli furono “partigiani bianchi” – a differenza di quanto si potesse pensare negli anni Sessanta e Settanta – ma furono probabilmente già dalla fine del 1943 o dai primissimi mesi del 1944 degli uomini di raccordo tra le varie frazioni antisovietiche e antianglosassoni del fronte nazionale fascista italiano; peraltro entrambi Monarchici cristiani denunciarono, legandoselo al dito, il clamoroso broglio del 2 giugno ’46, giorno fatidico del Golpe repubblicano anti-italiano e antinazionale orchestrato dalla CIA, con l’avallo decisivo del PCI togliattiano e della frazione romualdiana missina, osteggiata per questo da ciò che diventerà poi la frazione evoliana ordinovista (su Mattei fascista, vedi https://www.repubblica.it/politica/2022/12/17/news/enrico_mattei_fascista_documenti_cia-379393929/ e: Giorgio Galli, La sfida perduta, Bompiani 1976).

Ciò lascia oggi supporre che la Gladio nazionale anti-Yalta fondata da Enrico Mattei – di cui parla anche Pacini ne Le altre Gladio – sia tutt’altra cosa dalla Gladio anglofila storicamente conosciuta, venuta poi alla luce negli anni ’90, e sia anche ben altra cosa dalle altre frazioni del neofascismo conosciuto, tenute costantemente in vita dai vari Scelba o Aldo Moro per legittimare il continuo stato d’emergenza. Solo nei primissimi anni ’70 magistrati azionisti e socialisti – con il semaforo verde della CIA americana – puntarono finalmente a mettere al bando il neofascismo missino o extraparlamentare ma si opposero comunisti, sinistra DC e non se ne fece purtroppo nulla. Enrico Mattei e Mino Pecorelli erano circondati da collaboratori che erano esclusivamente solidi militanti “repubblichini” di Salò, selezionati proprio su quella specifica base; giusto un ingenuo – e l’ingenuità non è senz’altro una virtù politica – può ancora credere che Mattei e Pecorelli fossero quindi quegli antifascisti descritti dalla stampa cattocomunista. È quindi lecito supporre, se non altro, dato il peso strategico interno di ENI, che vi sia tuttora una struttura dello stato profondo italiano che, in continuità alla logica strategica nazionale di ENI e dell’originario OP, se ne frega dei vari Conte, Meloni, Draghi o della patetica e ridicola bolla antifascista apparentemente egemone e che tuttora ritiene, come lo ritengono ancora – per fortuna! – significative quote di borghesia industriale e manageriale italiana, che la posizione tattica italiana, primariamente e necessariamente, non debba assolutamente essere antirussa né islamofobica, non eurofoba e velleitariamente “sovranista” ma tantomeno di alienazione strategica dal Mare Nostro.  

Ciò, tornando quindi alle motivazioni iniziali, dovrebbe spingere una avanguardia culturale al tentativo di fare dell’Italia una permanente sede diplomatica internazionale di freno all’odierno irreversibile Disordine Globale e una sede di buona politica e dottrina “nazionale” contro la bestiale e furiosa violenza della continua propaganda Antifascista dei Mercenari di Davos o del Partito mondiale imperialista Trans/Dems anglofilo, il Partito di Yalta dei nostri giorni. Non a caso l’85 % – e forse anche oltre – della comunità ebraica americana, tuttora forse la comunità più influente al mondo, è dal 2022 – anno di inizio dell’operazione militare nazionale Imperiale russofila – su esplicite posizioni di Sinistra rivoluzionaria radicale e considera in ordine di importanza, Trump, Putin, Orban il nemico da annientare con ogni mezzo.