Di Estetarmato
Ci sono due modi di stare al mondo: a testa alta e occhi all’orizzonte, o a testa bassa e sguardo a terra.
Due posture, due destini, niente analisi psichiche, solo una semplice associazione:
Guardare a terra, evitare lo scontro
Guardare in faccia, cercarlo
E con scontro non s’intende solamente fisico, uno scontro ha tante manifestazioni, un incrocio di sguardi che non si abbassano, per tensione sessuale o ostilità, è uno scontro. Un occhio aperto su te stesso che ti costringe a vedere ciò che non vuoi vedere, capire ciò che non vuoi capire, sentire ciò che non vuoi sentire, è uno scontro.
Dunque tu non vuoi capire, dunque tu l’occhio lo chiudi, dunque tu non vuoi lo scontro, dunque ti piace la pace e l’anestetico, dunque guardare a terra ti conforta, ti consola. Guardare in faccia brucia dentro e chi può biasimarti se desideri che l’incendio si spenga? Per te e per il mondo, quindi, dico… è giusto che si guardi a terra, è giusto che tu guardi a terra. Però ti chiedo di non giudicare e di non condannare chi guarda in faccia, chi i conflitti non li evita, li genera.
Generatori di conflitti, esistono e portano avanti la storia e la tua vita, che ti piaccia o meno, ed è impossibile ignorarli, li puoi amare, odiare, temere, stimare, ma non ignorare. Essi ti sfidano, ti mettono in difficoltà, ti costringono a soffrire, ad evolvere, a combattere, ti costringono allo scontro che eviti. Lasciali fare, anche quando ti feriscono. Essi non distruggono ma creano, spingono la vita in avanti a costo di bruciare tutto ciò che toccano.
Per mantenere la pace è necessario che cento uomini chinino il capo. Ma se uno di quei cento alza lo sguardo, e genera un conflitto, non fermarlo. Sta solo adempiendo al suo compito:
Perché lui può sopportare quel peso.
Perché lui non teme il dolore.
Perché lui non teme Dio.
Perché lui non teme la lotta.
L’anela, come anela l’amore che gli fu negato.
Resta infine un dubbio: quello sguardo scelse di alzarlo o lo alzò per condanna di nascita?