Di Andrea Giumetti
C’è un antico proverbio arabo che così recita: “Tempi duri creano uomini forti, uomini forti creano tempi felici, tempi felici generano uomini deboli”. Nella massima di saggezza, possiamo ritrovare in effetti una ciclicità della storia, che di fatto trova conferma nell’analisi del ciclo vitale dei grandi imperi del passato. Oggi, ci troviamo evidentemente a vivere in una delle fasi in cui i tempi felici hanno creato uomini e donne deboli, incapaci non soltanto di accettare il sacrificio come momento di crescita e rafforzamento, ma anche di concepirne la dimensione profondamente eroica.
Le conseguenze del tempo di grande abbondanza per l’Occidente le vediamo quotidianamente sotto i nostri occhi: come per le antiche civiltà della Mezzaluna Fertile, stiamo determinando la nascita del deserto che porterà alla fine della nostra civiltà. Questo deserto, che Yuri Di Benedetto definisce nel manifesto dell’Associazione Aurora “Il Nulla”, è in ultima analisi il contra mundi contro cui un uomo nuovo, un uomo non solo solare, ma “Aurorale”, deve prepararsi a combattere.
Il manifesto Alla ricerca del Sole, un libro agile il cui formato ricorda i manuali d’azione politici di metà ’900, vuole proprio essere la definizione di un percorso ideale, scandito da filosofia poetica e politica, attraverso cui il militante Aurorale potrà, attraverso la sua azione di gruppo e comunitaria, trovare una mappa concettuale tra cui tracciare il proprio cammino in questa tempestosa modernità. Si tratta, tuttavia, di un cammino non facile, e il manifesto non si riserva alcuna timidezza nel dirlo chiaramente. Lo stato attuale di avanzamento nel Nulla fa sì che la maggior parte degli individui si trovi in una situazione per cui non solo sono portati a credere che la nuova “modernità trionfante” (un’espressione che, fatalmente, era in uso per il periodo immediatamente precedente alla Prima Guerra Mondiale) sia il migliore dei mondi possibili, ma anzi che sia l’unico.
Non tutti, quindi, sono adatti a partecipare al movimento degli Aurorali, anche perché se pure magari esiste una sensibilità tale da rifiutare le ammalianti sirene della modernità, specificamente quelle che allungano i loro tentacoli attraverso il consumismo, resta il fatto che poi pochi sono disposti a levarsi e agire contro il Nulla. Ma è su questi pochi, interessati a scavare nella roccia un sentiero luminoso per tutti, e non a fama, ricchezza e celebrità momentanee, che Aurora scommette, proponendo un progetto comunitario che unisce indissolubilmente la formazione fisica e mentale verso una definizione di essere umano completo, conscio del mondo naturale e nondimeno in un’agonistica simbiosi con esso, dominatore della tecnologia e non servo di essa.
Un uomo che non ambisce all’illusorio e futile scopo di incoronare se stesso come divinità di un mondo di rovine, ma piuttosto di costruire le fondamenta del prossimo ciclo con le mani sporche di terra, ferro e calce.