Dal 18 al 20 dicembre va in scena al teatro Marco Bicini di Perugia lo spettacolo di Mario Donatone che ripercorre le tappe storiche della musica afro-americana.
Si parte dal lontano 1789 con l’ammutinamento del Bounty – primo grande tentativo di bloccare il dilagare dell’inarrestabile “Money Jungle” (che avrebbe inesorabilmente invaso l’intero continente americano) – e si arriva fino al soul degli anni ’60 passando per gli Staple Singers, i Bessie Smith, Billie Holiday, Nina Simone, Arerha Franklin, Ornette Coleman fino a toccare le influenze con la musica bianca che passano da Randy Newman fino ai Procol Harum.
A fare da cornice narrativa all’intenso viaggio ricco di emozioni c’è un vecchio locale demodé – attraverso il quale sono passate le più grandi voci del Jazz mondiale – ormai diretto verso l’inesorabile fallimento. I due personaggi principali sono il vecchio barman proprietario del locale ed un giovane prete entrato per caso nel bar, i quali non fanno altro che discutere riguardo la paternità della grande musica afro-americana: nasce nelle chiese, con il gospel, oppure sulla strada, da dove provengono la stragrande maggioranza degli interpreti di questo genere musicale? La risposta non è chiara ma le parole urlate da tutte le grandi voci della black music sono le stesse e invocano all’unisono un estremo desiderio di libertà.
Sul palco, oltre all’indiscusso protagonista Mario Donatone (tra i più apprezzati pianisti e cantanti di blues e soul in Italia) vi sono la World Spirit Orchesta, orchestra di voci e strumenti nata alla Casa del Jazz di Roma nel 2011, il Trasimeno Gospel Choir e il Varcobianco Ensemble.
Uno spettacolo che unisce teatro e musica, esplosivo e ricco di emozioni e che riesce persino a far breccia nel cuore di Perugia, la città simbolo del Jazz Italiano.